Ieri abbiamo celebrato la Chiesa celeste, la Chiesa trionfante: i Santi, ovvero coloro che noi preghiamo e invochiamo come nostri intercessori, come nostri amici e modelli per la nostra vita. E quando pensiamo la Chiesa “una, santa, cattolica, apostolica” (come diciamo ogni Domenica e nei giorni di festa nel “Credo”), la dobbiamo comprendere anche in riferimento a quella realtà celeste e gloriosa che ci precede e sostiene le realtà fragili della Chiesa pellegrina e terrena che siamo noi.
E all’interno di queste due realtà (quella celeste e quella terrena) sussiste un’altra parte di Chiesa che è ancora in cammino verso la gloria, è in cammino verso la patria beata, che necessita ancora di purificazione. Questa parte di Chiesa è ancora in cammino verso la piena rivelazione del volto di Dio. Questo giorno è dedicato proprio a loro. Questo non è un giorno triste. Questo è un giorno fortemente pasquale, perché in ragione del ricordo dei nostri cari, ci troviamo a riflettere sulla morte.
Ma come dicevo è un giorno pasquale, perché non meditiamo solo sulla morte dei nostri cari, ma nella fede cristiana, siamo chiamati a leggere la morte dei nostri cari. Leggiamo la morte dei nostri cari nella prospettiva della fede in Cristo Gesù morto e risorto per noi.
Questo è il motivo che ci spinge qui in questa giornata. Questa è la motivazione forte che ci spinge a pregare per i nostri cari e per quelle anime che talvolta chiamiamo con l’espressione “anime abbandonate”.
E in questa prospettiva la preghiera diventa importante, anzi importantissima, perché ci aiuta a restare in comunione con i nostri cari. Siamo in comunione con i nostri cari, perché nella nostra preghiera anzitutto e soprattutto siamo chiamati a ricercare la comunione e la vicinanza con il Signore Gesù. È sempre la comunione con il Signore il punto determinate per sentire vicini anche i nostri defunti. Certo, non li avremo vicini come un tempo, ma li avremo vicini in altro modo, nel modo di Dio.
Gesù ce lo ha assicurato nel brano di Vangelo appena ascoltato: Lui è venuto per darci la vita, ci dona la vita eterna, dona la vita eterna a tutti coloro che credono in Lui e che lo riconoscono come il Salvatore della propria vita. Noi vogliamo rivolgere la nostra preghiera al Signore perché è l’Unico che ci dona una speranza affidabile e nel giorno in cui facciamo memoria di tutti i fedeli defunti Gli chiediamo che ravvivi in tutti noi la consolante certezza che non siamo nati per riempire solo un loculo cimiteriale, ma siamo nati e ci siamo per raggiungere in cielo quel posto che ci è stato preparato direttamente da Gesù stesso. Gesù, che è il Buon Pastore della nostra vita, è capace di condurci anche là dove nessuno è più capace di accompagnarci. Noi ci fidiamo di Lui, confidiamo in Lui, ci affidiamo a Lui…
E noi lo ringraziamo perché con la sua Morte e Risurrezione, il Signore non ha permesso che la parola “fine” chiudesse per sempre il sipario sulla nostra vita. I Santi e le Sante tutti di Dio – che già godono della visione beatifica di Dio – e tutte le anime del Purgatorio preghino per noi e noi continuiamo a pregare per loro; perché rispondendo anche noi alla chiamata alla santità possiamo godere insieme un giorno della gioia eterna del Santo Paradiso. Le indulgenze, che chiederemo in questi giorni nella nostra preghiera e soprattutto nella Santa Messa in suffragio dei nostri cari, servono proprio a questo: ricordarli nella preghiera e nella Messa perché possano godere in eterno della gioia e della gloria del Santo Paradiso. Maria, Regina di tutti i Santi e Madre di tutti i Viventi preghi sempre per noi… Preghi adesso “e nell’ora della nostra morte”. Amen.