Martedì 4 gennaio
Stiamo ancora vivendo il tempo di Natale. Questo tempo è un tempo forte per la vita della Chiesa e di ogni singolo cristiano, perché siamo fortemente invitati ad accogliere la luce e la bellezza della fede in Gesù.
Siamo chiamati ad accogliere, rispettare, valorizzare Gesù come Unico Signore della nostra vita. Chi accoglie la luce di Cristo – che è la luce della Verità – ha la possibilità di diventare figlio di Dio.
Chi accoglie questa luce, ha la possibilità di vivere una vita nuova. Lo vediamo nel Vangelo di oggi dove ci viene narrata la chiamata dei discepoli.
Accogliendo questa chiamata, si ha la possibilità di vivere una vita piena, una vita pienamente realizzata che viene espressa anche dal cambiamento del nome: nel Vangelo di oggi lo vediamo in Pietro, a cui Gesù stesso provvede a cambiare il nome. Prima di incontrare il Cristo, Pietro si chiamava Simone, ma Gesù gli dice: “Sarai chiamato ‘Cefa’ – che significa Pietro”.
In questo brano evangelico cambiare nome non è semplicemente un cambiare le generalità, ma esprime un significato profondo. Il nome indica la vita, lo spessore di una persona, la sua identità, soprattutto la sua missione. Cambiare nome significa operare un cambiamento serio nella propria vita, cambiare prospettiva, cambiare modo di vedere le cose e di intendere il senso della propria stessa vita.
Sappiamo qual è il significato di questo nome: essere la “pietra” su cui Gesù può fondare la sua Chiesa, fondare la comunità cristiana, costruire la casa in cui tutti i credenti possano sentirsi veramente accolti. Accogliendo la chiamata di Gesù, quei giovani discepoli si sentono a casa!
Che anche a noi possa capitare di fare la consolante certezza di sentirci a casa quando siamo vicini al Signore Gesù.
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