Martedì 11 gennaio
Gesù è nella sinagoga ed insegna con autorità, cioè con un linguaggio nuovo. Spiega le stesse Scritture che leggevano e che predicavano i sacerdoti ma Gesù lo fa sapendo trasmettere pienamente quelle parole perché le vive nella sua vita, perché escono da Lui. Ed è particolare l’esperienza che fa questo indemoniato con Gesù.
L’indemoniato riconosce la divinità di Gesù e dice perché vuoi rovinarci?
Sa che Cristo è venuto a compiere l’inverso per cui il demonio lavora e cerca di compiere da sempre. Se satana è nel mondo per la perdizione delle anime e, dunque per allontanarle dalla loro vera felicità che è Dio, Cristo è venuto nel mondo per schiacciare satana e ridare ai figli di Dio la loro eredità: la felicità vera ed eterna. Anche se non siamo indemoniati, possiamo reagire alla presenza di Cristo nella nostra vita, allo stesso modo. Quante volte siamo convinti che ciò che vogliamo possedere o vogliamo fare è giusto ed è la nostra felicità, ma nel momento in cui ci rendiamo conto che Dio ci chiede l’inverso o altro, noi rispondiamo come quell’uomo: che cosa vuoi da noi? Perché vuoi rovinarci? Molto spesso non riusciamo a fidarci di Dio perché ci viene posta la peggiore tentazione: pensare che Dio voglia rovinarci o fregarci.
Ma un Dio che si è fatto uomo, cioè si è fatto piccolo e fragile, che si è immolato sulla croce per noi e che continua a soffrire, piangere e morire con noi e per noi, per donarci l’eternità, come potrebbe mai fregarci o rovinarci? La proposta di Dio è credibile solo perché, prima di proporcela, ci ha dato un esempio con la sua stessa vita.
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