Mercoledì 19 gennaio
Nella pericope evangelica assistiamo all’incontro tra Gesù ed un uomo malato con una mano paralizzata. È un incontro di grazia perché Gesù sconfigge la forza della malattia e del dolore umano con la sua compassione e la sua vicinanza. Non ha usato espedienti particolari, non ha fatto riti magici, non si è servito di formule che incantano, ma si è messo di fronte al malato, si è stretto insieme al suo dolore e alla sua malattia, si è fatto prossimo.
E non importa se il sabato ebraico impedisce un miracolo, perché ciò che conta è l’uomo e il suo benessere fisico, psichico e spirituale. Con estrema semplicità, con profonda umanità e con infinita fede, Gesù guarisce le malattie dell’uomo, lenisce le sue ferite, asciuga le sue lacrime di dolore, riempie le sue amare solitudini.
Gesù capovolge la situazione, perché non c’è sabato che tenga e non c’è impedimento che possa limitare la sua azione d’amore.
È la piccolezza di un infinito amore a cambiare le carte in tavola.
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