Domenica 3 aprile – V Domenica di Quaresima
Avete presente com’è fatta una scacchiera? Quella che serve per giocare a Dama o agli Scacchi: è uno spazio diviso in tante caselle, bianche o nere, e i pezzi con cui si gioca sono o bianchi o neri, e stanno sulle rispettive caselle. Questo è un modo di vedere la vita con una divisone nello spazio, come se fosse così anche la nostra realtà personale: spazio bianco per i buoni, spazio nero per i cattivi.
È possibile una divisione del genere nella nostra vita, o bianco o nero, o buono o cattivo? No! Una divisione spaziale netta non è corretta. Guardare la nostra vita e giudicarla con questa divisione rigorosa, non è un modo buono di guardare la vita: così non comprendiamo né noi stessi né gli altri.
Gesù ci propone piuttosto una visione nel tempo. Le persone umane crescono, maturano, evolvono, cambiano, non sono degli spazi o delle pedine – bianche o nere, buone o cattive – sono delle realtà che divengono, maturano e cambiano, si trasformano: possono migliorare e possono anche peggiorare. Allora noi dobbiamo guardare la nostra vita in questa prospettiva del tempo, considerando la maturazione e il cambiamento, il diventare come il Signore ci vuole.
La domanda che hanno fatto quei farisei a Gesù implicava una visione delle persone come uno spazio diviso in zone ben precise: questa donna è peccatrice, quindi secondo la legge bisogna ucciderla. Chiedono a Gesù che cosa ne pensa proprio per comprometterlo. E Gesù non si lascia coinvolgere in quel tipo di discorso, perché lo ritiene impostato male, e ha quella intuizione geniale, suggerendo che può condannare chi non ha peccato.
Il nostro peccato fa parte della storia, della nostra vita, e il Signore ci dà tempo, perché la scelta sbagliata venga corretta, perché possiamo cambiare, perché possiamo diventare buoni, se non lo siamo stati. Gesù dice a quella donna: “Non ti condanno”. Ciò non significa: “Non è peccato quello che hai fatto”; significa piuttosto: “Pur riconoscendo il tuo peccato, io non ti condanno, ma ti do la possibilità di cambiare, d’ora in poi non peccare più”.
Questa parola di Gesù è fondamentale anche per noi oggi: “Da adesso io ti do la forza per non peccare più e se domani sbaglierai, ricomincia; d’ora in poi hai una nuova possibilità”. Non perdiamo mai la speranza di raggiungere la santità: grazie a Dio, possiamo! Ricuperiamo ogni volta, riconosciamo il peccato, chiediamo perdono e – fiduciosi nella grazia di Dio – possiamo fare meglio e lo vogliamo fare.
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