Giovedì 7 aprile
Mentre ci avviciniamo alla celebrazione della Pasqua annuale, la Parola di Dio ci invita ad entrare sempre più nel mistero della Persona di Cristo. Ci invita ad approfondire l’identità di Gesù. Lo facciamo perché questo ci aiuti a vivere la Pasqua con una consapevolezza sempre nuova e sempre maggiore. Questa consapevolezza ci stimoli anche a vivere la nostra vita cristiana in maniera nuova.
Ecco perché in questi giorni ci accompagnano i grandi discorsi di Gesù contenuti nel Vangelo di Giovanni, dove Gesù entra in polemica con i Giudei perché cerca di farsi riconoscere come Messia e Figlio di Dio. Presso il popolo di Israele l’attesa del Messia era forte, in ragione di una salvezza intesa soltanto come liberazione da un potere umano, come poteva essere il potere dei Romani a quel tempo… Eppure Dio è capace di andare sempre al di là dell’immaginario di noi uomini e ci offre una salvezza che va oltre, una salvezza che coinvolge l’anima e il corpo, andando oltre i problemi e gli interessi terreni o politici che interessano gli uomini di ogni tempo e di ogni luogo.
I Giudei fanno fatica ad entrare in questa logica, entrano in aperta discussione con Gesù, addirittura desiderano colpirlo a colpi di pietra. La tensione diventa veramente alta. Avvicinandoci a Pasqua, cerchiamo di capire cosa il Signore vuole dirci attraverso la sua Parola, una Parola che dice anche a noi. Non corriamo il rischio dei Giudei che restano chiusi nei loro pregiudizi. Lo stesso rischio può insinuarsi anche in noi: come i Giudei, pensiamo di essere credenti per il semplice fatto che siamo aggrappati alle nostre idee in rapporto alla fede. Ma poi dovremmo chiederci: ciò in cui credo mi coinvolge davvero?
Non basta dirci cristiani per essere veramente tali. È necessario far diventare la nostra fede davvero vita vissuta. Lì capiremo quanto effettivamente il nostro rapporto col Signore ci coinvolge e ci aiuta a vivere quella vita nuova che solo il Signore sa donarci come frutto della sua misericordia per noi.
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