12 aprile – Martedì Santo
In poche righe oggi la liturgia ci fa assistere a due tradimenti. Anzi tre. Il primo è quello di Giuda Iscariota, discepolo che doveva essere fidato, perché proprio a lui venne affidata la cassa. Ma noi lo abbiamo visto reagire male già da qualche tempo, come, ad esempio, nell’episodio della cena a Betania, quando Maria unse i piedi di Gesù con il preziosissimo olio di nardo. Il secondo tradimento è quello di Pietro che, sempre irruento e poco riflessivo, in un nuovo slancio prometterà a Cristo: “Darò la mia vita per te!” (v. 37). “Darai la tua vita per me?”. Ma è l’ennesima promessa avventata: “In verità io ti dico – risponde Gesù – non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte”.
E il terzo? Quello della maggior parte degli altri apostoli e, in qualche misura, di tutti noi. Quando, durante l’Ultima Cena, Gesù afferma: “uno di voi mi tradirà” tutti si guardano attorno, sospettando l’uno dell’altro. Ma nella notte che porterà alla cattura di Cristo, uno ad uno, gli apostoli, lo abbandoneranno. Solo uno di loro si troverà ai piedi della Croce in quel terribile Venerdì Santo.
Da questo tipo di tradimento bisogna sempre guardarsi, infatti, davanti alla morte di Gesù siamo tutti colpevoli. Perché non lo abbiamo riconosciuto, perché continuiamo ad assassinarlo nel nostro cuore, ogni volta che, commettendo un peccato, ci allontaniamo da Lui. Non seguiamo il suo insegnamento. Rifiutiamo il suo amore. Attenzione perché la chiave di tutto è proprio qui: rifiutiamo il suo amore. Ed è questa la differenza tra Giuda e san Pietro: il rifiuto dell’amore.
Mentre l’Iscariota, traditore, consapevole della gravità del suo gesto, cadrà in preda alla disperazione e si allontanerà sempre più da Dio, rifiutando ogni forma di perdono, Pietro, si lascerà toccare dall’amore di Gesù in quel memorabile incontro lungo il lago di Tiberiade: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami?”. “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. È questo avvicinamento che lo salverà. È accogliere il perdono di Dio che ci salverà.
Impariamo da Pietro! Anche davanti al peggiore dei peccati, non perdiamo la speranza. Rimaniamo aperti all’amore di Dio che ci perdona. Non allontaniamoci da Lui, se non vogliamo autocondannarci ed autogiudicarci, come fece Giuda. Lasciamo che a giudicare sia Gesù.
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