14 aprile 2022 – Giovedì Santo
In questa sera, nella sera del Giovedì Santo, Gesù ha affidato alla sua Chiesa il nuovo ed eterno sacrificio, sacramento del suo amore, sacramento della sua misericordia, segno efficace che rende concreto e visibile tale amore. Noi, dopo secoli e millenni, viviamo questa sera come se fosse quella sera: celebriamo la Cena del Signore, origine dell’Eucaristia, convito nuziale del suo amore, banchetto di nozze, banchetto di festa che precede un dramma doloroso. Gesù ne è consapevole, sa bene quello che sta per succedere e, proprio perché lo sa, va incontro liberamente e con grande amore a quella situazione che lo attende.
“Avendo amato i suoi che erano nel mondo li amò sino alla fine”. L’espressione del Vangelo secondo Giovanni vuol dire di più rispetto al senso immediato: “li amò fino all’ultimo respiro”. Ma c’è anche un altro significato: Li amò sino a raggiungere il fine. Il fine è che anche noi impariamo a vivere, ad amare e a morire come Gesù: non solo ci ha dato l’esempio, ma ci ha dato anche la forza per vivere il suo esempio. Lui, che è il Maestro e il Signore, ci ha insegnato a vivere, ci ha dato il suo amore, rendendoci capaci di vivere come Lui ha vissuto e ha amato. L’Eucaristia, la Messa che noi celebriamo, è la fonte del nostro amore.
Non siamo capaci di amare veramente con le nostre sole forze: istintivamente siamo solo egoisti, capaci di prendere quello che ci fa comodo in tutte le stagioni della vita! Lo sono i ragazzi egoisti, ma lo sono gli adulti e anche gli anziani! Ognuno cerca di prendere qualcosa per sé: il proprio comodo, il proprio utile. Tutti dicono di amare, ma il mondo va male, perché pochi amano davvero! Tutte le cose brutte che ci sono nel mondo e nelle nostre famiglie, vengono dal fatto che non amiamo, che amiamo poco, che amiamo male… e la colpa non è solo degli altri, è di tutti noi!
Eppure Gesù ci ha insegnato ad amare, ha raggiunto il fine, ci ha portati al fine: ci ha resi capaci di fare quello che ci ha detto. E noi non ci stanchiamo di imparare da Lui. Non ci siamo ancora riusciti, ma siamo convinti che ce la faremo! Ci riusciremo! Vogliamo vivere come Gesù, possiamo vivere come Gesù! L’Eucaristia che celebriamo e che mangiamo è la forza che ci permette di vivere come Gesù, ci permette di servire, di fare della nostra vita un servizio, perché – lo abbiamo capito – servire è regnare.
È il senso della nostra vita: essere disposti ad abbassarci perché l’altro possa crescere, perdere noi stessi per far vivere l’altro. Da questo convito nuziale dell’amore di Cristo noi possiamo migliorare, vogliamo crescere nell’amore, facendo la comunione bene, in modo convinto: col desiderio profondo di accogliere Gesù noi diventiamo come Gesù! Lentamente l’Eucaristia che riceviamo ci forma, ci trasforma, ci permette di raggiungere il fine. Capite quello che ha fatto per noi? Lui, il Maestro e il Signore, si è spogliato, si è abbassato, si è umiliato davanti a ciascuno di noi e noi siamo diventati re. Lui, il Signore dell’universo, si è abbassato e noi abbiamo questo ideale davanti! È Lui, il Signore! Il nostro modello è Lui! Il nostro abbassarci a servire è autentico regnare, ed è questo il convito nuziale dell’amore di Cristo per la sua Chiesa. Partecipiamo con gioia a queste nozze di sangue, a questo amore grande, che ci può rendere grandi nell’amore.
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