Nella Domenica di Pasqua abbiamo portato a compimento il grande mistero della passione, morte e risurrezione del Signore Gesù, che abbiamo contemplato nelle solenni celebrazioni del Triduo Pasquale.
Di seguito l’omelia pronunciata dal Parroco e alcune foto della Messa solenne nel giorno di Pasqua.
Fratelli e sorelle,
La domenica di Pasqua è il giorno che ha fatto il Signore, è il grande giorno della nostra salvezza. È la festa più importante, è la madre di tutte le feste cristiane. Il Signore, che è morto, è risorto. Così nelle antiche raffigurazioni della Croce, in cima, è raffigurata la scena della Risurrezione. Si rappresenta la mano benedicente del Padre che accoglie il Figlio nella gloria. Gli uomini lo hanno rifiutato, scartato, lo hanno gettato via, ma il Signore lo ha scelto, lo ha ritenuto la pietra d’angolo, la pietra preziosa e fondamentale e così il Cristo, con i segni della passione, entra nella gloria di Dio.
Così gli artisti medievali rappresentavano la Pasqua: il mistero pasquale non è solo morte, non è solo la risurrezione; ma questi aspetti vengono colti insieme. Il mistero pasquale è contemporaneamente mistero di morte e di vita, di morte e di risurrezione. Durante il cammino quaresimale ci siamo preparati a celebrare questo mistero. Abbiamo vissuto il cammino della Quaresima per intero, cercando di essere protesi alla gioia pasquale. Ogni giorno, nel nostro cuore, abbiamo custodito il desiderio di arrivare a Pasqua mettendoci sulle orme di Cristo.
Nei giorni scorsi, celebrando il Triduo Pasqua, siamo stati davvero sulle orme di Gesù: ci siamo ritrovati con Lui nell’intimità del Cenacolo la sera del Giovedì Santo dove ha istituito l’Eucaristia e lavato i piedi ai discepoli. Ci siamo ritrovati con Lui nel momento della Sua agonia nell’orto degli Ulivi, resa ancora più angosciante dall’esperienza dell’abbandono e del tradimento dei discepoli. Ci siamo ritrovati con Lui al Calvario dove Egli è morto e ha consegnato totalmente la Sua vita. Adesso con il cuore pieno di gioia, abbiamo la possibilità di condividere la Bella Notizia della sua Risurrezione e con profonda gratitudine riconosciamo nel Signore Gesù il Vincitore sulla morte e lo adoriamo risorto e vivente, anzi, il Vivente.
La Risurrezione di Gesù è la Notizia più bella che il mondo potesse ricevere, una notizia della quale non potremo mai abituarci. Questa Notizia potremmo riassumerla così: la morte non può inghiottire la vita, ma al contrario, è stata la vita ad avere inghiottito la morte e ad averla sconfitta definitivamente. Di questa meravigliosa notizia noi saremo sempre debitori! E l’unico modo che abbiamo per estinguere questo debito è quello di condividerlo con altri che magari attendono che il proprio cuore venga raggiunto dalla gioia della Pasqua.
L’annuncio della Pasqua è l’unica notizia che ci aiuta a guardare il futuro con profonda speranza, certi che tutte le tragedie del mondo (come la drammatica guerra che si sta combattendo in Ucraina e in altre parti del mondo) oppure tutte quelle tragedie di cui siamo testimoni nella nostra vita personale non hanno il potere di spegnere nel nostro cuore la certezza che il destino, la meta, lo scopo del nostro cammino è un destino di vita!
Per pura grazia di Dio siamo chiamati a condividere per sempre, in eterno, la pienezza della vita! Gesù ha fatto SUA la NOSTRA morte perché NOI, per puro dono SUO, potessimo fare NOSTRA la SUA STESSA VITA. Questo non è un semplice pio desiderio, non è una semplice proiezione nostra; ma è una certezza… E questa certezza è il dono che il Signore Risorto fa alla Sua Chiesa, cioè fa a ciascuno di noi!
Non dimentichiamo mai che l’annuncio gioioso della Risurrezione lo abbiamo accolto grazie alla generosità di cristiani che ci hanno preceduto e adesso, con altrettanta gioia, dobbiamo saperlo annunciare e trasmettere alle nuove generazioni.
E vivere questo processo nella speranza di essere, un giorno, accolti dall’abbraccio misericordioso di Dio.