Domenica 9 gennaio – Festa del Battesimo del Signore
“Tu sei il figlio mio, l’amato, in te ho posto il mio compiacimento”. Si chiude con questa frase il brano di Vangelo che la Chiesa ci invita ad ascoltare in occasione della festa del Battesimo del Signore, che chiude il tempo liturgico riservato alle festività natalizie. Questa frase che Dio Padre pronuncia sul Figlio in occasione del Battesimo ricevuto presso le acque del fiume Giordano, è la stessa che il Signore Dio ha pronunciato anche su ciascuno di noi in occasione del nostro Battesimo. E prima ancora che noi potessimo deciderci di fare qualcosa per Dio, è Dio che decide di fare tutto per noi, anticipandoci sempre come è nel suo stile.
In Gesù, Dio Padre trova pieno “compiacimento”. “Compiacimento” forse è un termine che risulta inusuale, nel senso che è usato poco nelle nostre conversazioni, eppure è un termine che rimanda ad una sensazione di soddisfazione, di gioia e di piacere. Questo stesso compiacimento Dio lo prova tutte quelle volte in cui ha la possibilità di constatare che la nostra vita, in ogni suo possibile risvolto, è vissuta con Dio, per Dio e in Dio. Il momento del Battesimo segna la prima apparizione pubblica di Gesù, è il momento in cui Gesù decide di uscire allo scoperto, di iniziare la sua missione e predicazione dopo i trent’anni trascorsi a Nazaret nel più assoluto nascondimento.
E adesso dove lo troviamo Gesù? Lo troviamo mescolato con i peccatori che andavano a farsi battezzare sulle sponde del fiume Giordano. Gesù, che è una sola con Dio visto che è il Figlio Unigenito del Padre, adesso si fa una cosa sola con noi peccatori. Questo stile Gesù lo manterrà per tutta la vita: siederà a mensa con i peccatori e finirà crocifisso in mezzo a due malfattori.
L’evangelista Luca, nel descrivere la scena del Battesimo, ci riferisce un bellissimo dettaglio che desidero condividere con voi e spero che vi aiuti anche nella vostra riflessione personale e in famiglia. Il dettaglio è questo: “Uscendo dall’acqua vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba”. Gesù vede squarciarsi i cieli. Non viene detto che i cieli si aprirono, ma che si squarciarono. La differenza sta in questo: ciò che si apre, può sempre chiudersi nuovamente in un secondo momento. Ciò che si squarcia, non si può richiudere più.
Ai tempi di Gesù si riteneva che Dio, indignato per i peccati degli uomini, avesse sigillato la sua dimora, avesse sigillato il cielo. In Gesù invece Dio Padre ci dimostra che ha aperto nuovamente il canale della comunicazione con noi. Siamo peccatori, è vero, ma Dio nutre sempre l’intenzione di essere in comunicazione con noi. Dio vuole essere in comunione con noi e non ha nessuna intenzione di chiudere il rapporto con noi. In Gesù, Dio offre a tutti la sua salvezza, in maniera totale e definitiva.
La nostra preghiera giornaliera ci aiuti a ridestare in noi la coscienza del nostro essere battezzati, della nostra appartenenza al Signore: siamo suoi, gli apparteniamo per sempre. E noi siamo contenti di essere suoi e lo ringraziamo per il grande dono del Battesimo, lo ringraziamo perché attraverso il dono dei sacramenti permette che la sua vita scorra nella nostra vita.
Condividi questo post!